La Silicon Valley Bank è fallita. Paura sui mercati, si teme effetto contagio

La notizia ha causato timori anche in Europa, dove le Borse il 10 marzo hanno chiuso in negativo. Intanto Elon Musk sarebbe "aperto all'idea" di comprare l'istituto.

La Silicon Valley Bank è fallita, e le autorità della California l’hanno chiusa. A dirlo è la Federal Deposit Insurance Corp, l'agenzia federale di assicurazione sui depositi: si tratta del primo istituto assicurato dalla Fdic a fallire. La banca ha circa 209,0 miliardi di dollari in asset e 175,4 miliardi in depositi, ed era la sedicesima banca americana per dimensione patrimoniale.

Il fallimento della Silicon Valley Bank ha causato timori di contagio in Europa, con le Borse del Vecchio Continente che hanno registrato un venerdì nero. Francoforte ha lasciato sul terreno a fine giornata l'1,31% e Parigi l'1,3%. Maglia nera a Londra, che ha perso -1,67%. E l'indice bancario europeo che è sceso di oltre il 4%, nel suo più grande calo giornaliero dall'inizio di giugno. Ma cosa è successo e quali sono i rischi?

La Silicon Valley Bank era un Instituto attivo nel finanziamento di start-up. È stata fondata nel 1983 da Bill Biggerstaff e Robert Medearis. La sua strategia di business è raccogliere depositi da imprese finanziate tramite capitale di rischio.

L’istituto si è poi ingrandito nel settore bancario e finanziario degli stessi venture capitalist e ha aggiunto servizi volti a consentire alla banca di mantenere i clienti man mano che si consolidavano dopo la loro fase di avvio.

Nel 1986, SVB si è fusa con National InterCity Bancorp, mentre nel 1988 la banca ha portato a termine la sua Ipo per lo sbarco in Borsa raccogliendo 6 milioni di dollari. Nel 1991, infine, la Silicon Valley Bank si è internazionalizzata con il lancio delle società Pacific Rim e Trade Finance.