La Silicon Valley Bank è fallita. Paura sui mercati, si teme effetto contagio
La Silicon Valley Bank è fallita, e le autorità della California l’hanno chiusa. A dirlo è la Federal Deposit Insurance Corp, l'agenzia federale di assicurazione sui depositi: si tratta del primo istituto assicurato dalla Fdic a fallire. La banca ha circa 209,0 miliardi di dollari in asset e 175,4 miliardi in depositi, ed era la sedicesima banca americana per dimensione patrimoniale.
Il fallimento della Silicon Valley Bank ha causato timori di contagio in Europa, con le Borse del Vecchio Continente che hanno registrato un venerdì nero. Francoforte ha lasciato sul terreno a fine giornata l'1,31% e Parigi l'1,3%. Maglia nera a Londra, che ha perso -1,67%. E l'indice bancario europeo che è sceso di oltre il 4%, nel suo più grande calo giornaliero dall'inizio di giugno. Ma cosa è successo e quali sono i rischi?
La Silicon Valley Bank era un Instituto attivo nel finanziamento di start-up. È stata fondata nel 1983 da Bill Biggerstaff e Robert Medearis. La sua strategia di business è raccogliere depositi da imprese finanziate tramite capitale di rischio.
L’istituto si è poi ingrandito nel settore bancario e finanziario degli stessi venture capitalist e ha aggiunto servizi volti a consentire alla banca di mantenere i clienti man mano che si consolidavano dopo la loro fase di avvio.
Nel 1986, SVB si è fusa con National InterCity Bancorp, mentre nel 1988 la banca ha portato a termine la sua Ipo per lo sbarco in Borsa raccogliendo 6 milioni di dollari. Nel 1991, infine, la Silicon Valley Bank si è internazionalizzata con il lancio delle società Pacific Rim e Trade Finance.
La Silicon Valley Bank, però, recentemente ha registrato perdite significative sul portafoglio di investimenti. Per questo è arrivata la decisione a sorpresa di emettere 2,25 miliardi in azioni per rafforzare il capitale, ma la reazione dei mercati e degli operatori ha fatto subito intuire le difficoltà di raggiungere gli obiettivi.
Il fallimento della Silicon Valley Bank, come detto, ha trascinato in negativo i listini europei, spaventati da un possibile effetto contagio. La giornata di venerdì 10 marzo è stata difficile anche per Milano, che ha chiuso in zona negativa dell’1,55%. A soffrire sono state soprattutto le banche, con istituti arrivati a cedere fino al -4,58%.
Secondo quanto riportato dal Sole24Ore, Silicon Valley Bank sarebbe stata penalizzata dalla svalutazione dei bond in portafoglio causata dal violento rialzo dei tassi avviato dallo scorso marzo dalla Federal Reserve e tutt’ora in corso. E gli investitori temono un rischio contagio sul settore finanziario.
Per gli analisti, infatti, le tensioni evidenziano l'impatto dell'aumento del costo del denaro e l'incertezza in cui si trova a operare il settore finanziario. Il fallimento di SVB è arrivato poco dopo il crollo di Silvergate Capital, e la Casa Bianca con il Dipartimento del Tesoro hanno fatto sapere di monitorare gli sviluppi della situazione.
Janet Yellen, segretaria al Tesoro, ha espresso preoccupazione per la svendita di azioni bancarie avviata dal crollo del prezzo delle azioni della banca high-tech. "Ci sono sviluppi recenti che riguardano alcune banche che sto monitorando molto attentamente", ha detto durante una commissione del Congresso.
La paura è proprio quella di un possibile effetto contagio, con forti perdite per altri istituti bancari e una corsa agli sportelli che potrebbe mettere ulteriormente sotto pressione le banche. Per gli analisti, però, non ci sarebbe un rischio alto di assistere a una nuova Lehman Brothers.
In questo quadro, Elon Musk non ha perso l'occasione di entrare in scena. E in una conversazione su Twitter a proposito del fallimento, infatti, in risposta ad un utente che proponeva che Twitter acquistasse la banca, il miliardario ha risposto: "Sono aperto all'idea".